Perché un Tiki bar?
16.Mar.2018
Perché un Tiki bar?
La risposta è tanto semplice quanto audace: perché la volontà di essere unici sul territorio era forte.
I Tiki sono dei feticci che hanno origine nelle isole Marchesi, ben 2500 anni fa. Erano intagliati nella pietra lavica, abbondante nei territori della Polinesia, ed avevano la funzione di attirare fertilità ed abbondanza.
Al contrario di quanto accadde nel lontano Pacifico, in Italia l'abbondanza non ha mai attecchito nell'ambito dello studio e divulgazione della cultura Tiki, né in quello della miscelazione esotica. Per questo, sulle orme dei maestri Ernest Raymond Beaumont "Don Beach" Gantt, Victor "Trader" Jules Bergeron Jr, Jeff "Beach Bum" Berry e i nostrani Daniele Dalla Pola e Gianni Zottola, abbiamo deciso di portare il Tiki e la miscelazione tropicale nella Capitale. Quello che abbiamo percepito era un bisogno della gente che anima la vita serale e notturna di Roma, il bisogno di qualcosa di assente sul territorio, il bisogno di qualcosa di nuovo. La passione per la miscelazione tropicale ha poi fatto il resto.
La voglia di portare nel nostro mondo quello che la cultura dell'ospitalità polinesiana rappresenta si è inserita in un momento in cui tutti i bar (e bartender) si prendono forse un po' troppo sul serio. Un momento in cui si è perso di vista ciò che il nostro mestiere dovrebbe significare: sorriso e leggerezza.
Un bar Tiki deve avere, tra le sue caratteristiche principali, quella di portare l'avventore in un altro mondo, che deve essere isolato dall'esterno, senza finestre né altri contatti col mondo della città che lo ospita. Per questo la nostra scelta è caduta sull'attuale location che accoglie il secret bar del Makai. Ogni oggetto lì dentro ha una storia per noi importante e che noi saremo ben lieti di narrare. Ogni oggetto per noi lì dentro ha un valore inestimabile. Niente è messo lì per caso.
Leggenda narra di come Don Beach simulasse piogge copiose per scoraggiare i clienti seduti nel suo bar dall'intento di alzarsi dalle proprie comode sedie. Questo poteva avvenire solo in un ambiente completamente scollegato dalla realtà.
Ed è per questo che per noi è motivo di vanto ogni qual volta un avventore che varca la soglia del nostro gioiello ci rivolge, sorpreso e sorridente, frasi del tipo: "la sensazione è quella di essere catapultati in un altro mondo". Là capiamo che la strada è quella giusta. Che, in fondo, stiamo facendo un buon lavoro.
Camillo Affinita
Makai Surf & Tiki bar
La risposta è tanto semplice quanto audace: perché la volontà di essere unici sul territorio era forte.
I Tiki sono dei feticci che hanno origine nelle isole Marchesi, ben 2500 anni fa. Erano intagliati nella pietra lavica, abbondante nei territori della Polinesia, ed avevano la funzione di attirare fertilità ed abbondanza.
Al contrario di quanto accadde nel lontano Pacifico, in Italia l'abbondanza non ha mai attecchito nell'ambito dello studio e divulgazione della cultura Tiki, né in quello della miscelazione esotica. Per questo, sulle orme dei maestri Ernest Raymond Beaumont "Don Beach" Gantt, Victor "Trader" Jules Bergeron Jr, Jeff "Beach Bum" Berry e i nostrani Daniele Dalla Pola e Gianni Zottola, abbiamo deciso di portare il Tiki e la miscelazione tropicale nella Capitale. Quello che abbiamo percepito era un bisogno della gente che anima la vita serale e notturna di Roma, il bisogno di qualcosa di assente sul territorio, il bisogno di qualcosa di nuovo. La passione per la miscelazione tropicale ha poi fatto il resto.
La voglia di portare nel nostro mondo quello che la cultura dell'ospitalità polinesiana rappresenta si è inserita in un momento in cui tutti i bar (e bartender) si prendono forse un po' troppo sul serio. Un momento in cui si è perso di vista ciò che il nostro mestiere dovrebbe significare: sorriso e leggerezza.
Un bar Tiki deve avere, tra le sue caratteristiche principali, quella di portare l'avventore in un altro mondo, che deve essere isolato dall'esterno, senza finestre né altri contatti col mondo della città che lo ospita. Per questo la nostra scelta è caduta sull'attuale location che accoglie il secret bar del Makai. Ogni oggetto lì dentro ha una storia per noi importante e che noi saremo ben lieti di narrare. Ogni oggetto per noi lì dentro ha un valore inestimabile. Niente è messo lì per caso.
Leggenda narra di come Don Beach simulasse piogge copiose per scoraggiare i clienti seduti nel suo bar dall'intento di alzarsi dalle proprie comode sedie. Questo poteva avvenire solo in un ambiente completamente scollegato dalla realtà.
Ed è per questo che per noi è motivo di vanto ogni qual volta un avventore che varca la soglia del nostro gioiello ci rivolge, sorpreso e sorridente, frasi del tipo: "la sensazione è quella di essere catapultati in un altro mondo". Là capiamo che la strada è quella giusta. Che, in fondo, stiamo facendo un buon lavoro.
Camillo Affinita
Makai Surf & Tiki bar